NO AL BIODIGESTORE DI CESANO

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GUALTIERI, CONTRO GNI LOGICA E CONTRO  PRINCIOI DI ECONOMIA CIRCOLARE, CONSIDERA I RIFIUTI UNA FONMTE DI ENERGIA: BRUCIATI IN QUANTITA’ ABNORME IN UN NUIVO INCENEROTORE, E TRASFORMATI IN BIOGAS, INVECE DI RICILARE E PRODIRRE COMòOST PER L’AGRICOLTURA.

Aumenta la protesta popolare contro questo piano scellerato: a Santa Palomba contro l’inceneritore, e a Casal Selce e Cesano contro 2 mega impianti d trattamento della frazione umida dei rifiuti per produre rifiuti.

DI SEGUITO UNA PETIZIONE DEI CITTADINI

 

Nonostante la contrarietà della popolazione residente, l’inadeguatezza della rete viaria ed il recente parere negativo della Sovrintendenza, il Campidoglio continua nella sua scellerata determinazione di voler costruire in via della Stazione di Cesano (Comune di Roma, XV° Municipio), a distanza insufficiente dai centri urbani limitrofi, un biodigestore da 100.000 t/a, dove trattare oltre meta dei rifiuti organici di Roma, scaricando ingiustificamente su quest’estrema periferia tra Cesano ed Anguillara anche il peso dell’emergenza rifiuti.

Tra i vari proclami di facciata sul Green New Deal e l’economia circolare  nella lotta ai cambiamenti climatici il sindaco Gualtieri  con i poteri commissariali e la sua commissione VIA,  in barba alle normative e buone pratiche in relazione alla sostenibilità ambientale ed al consumo di suolo, si accingono impunemente a devastare uno degli ultimi lembi qui presenti di Agro Romano, ancora parzialmente integri, con vincoli paesaggistici ed archeologici ed agricoltura produttiva, in una zona peraltro gravata già pesantemente da altri fattori d’impatto, tra cui trasmissioni radio di alta potenza ed un piano di emergenza nucleare per gli impianti dell’ENEA.

Per quest’ultimi da anni il Comune intasca i finanziamenti CIPE, cosiddetti compensativi per il rischio subito dalla popolazione residente, senza spendere una lira qui per la mitigazione, a partire dalla carente rete viaria. Invece di riutilizzare aree degradate o discariche da bonificare, una colata di cemento in mezzo ad un appezzamento ad uso agricolo di pregio, produttivo ed irriguo, con pozzi a margine, percorso da acquedotti per l’approvvigionamento idrico dei centri residenziali limitrofi, è questa la soluzione speditiva adottata che non tiene conto minimamente delle caratteristiche e vulnerabilità idro-geologiche, dei vincoli e delle criticità qui esistenti ne del rilevante impatto sulla salute e sicurezza dei cittadini residenti.

Mentre la normativa indica in ex cave, discariche esaurite, appezzamenti industriali dismessi ed altre aree degradate, l’uso del suolo compatibile per l’allocazione d’impianti di trattamento rifiuti, siti idonei abbondantemente censiti da un’istruttoria tecnica preliminare da parte dell’Area Metropolitana, l’area selezionata non presenta palesemente nessuno dei requisiti richiesti. Inoltre, come sottolineato esplicitamente dall’ENEA, la sua scelta interferisce pesantemente con il piano di evacuazione legato all’emergenza nucleare, eppure è stata giudicata clamorosamente idonea, con la prospettiva di un ulteriore degrado di questa periferia già martoriata, disagiata e priva di servizi.

Anche se la costituzione dovrebbe garantire il rispetto dei basilari diritti delle minoranze, attraverso un’applicazione uniforme delle normative, purtroppo dobbiamo prendere atto ancora una volta che, quando si tratta di difendere i legittimi interessi legati alla salute e sicurezza di questa periferia, subentrano interpretazioni della legge di convenienza ed orientate esclusivamente al consenso da parte di amministrazioni competenti, che, in questo modo, gettano le basi per rendere insostenibili le disuguaglianze subite dalla  cittadinanza ed il disagio conseguente, che, a parole, dicono di combattere. I cittadini di Cesano, Osteria Nuova ed Anguillara sollecitano il commissario Gualtieri a desistere dal suo insano ed ingiusto proposito ascoltando la cittadinanza e gli enti che da anni affermano l’inadeguatezza dell’area  (ad esempio Municipio XV° e Santa Sede) sulla base di evidenze che non si vogliono vedere solo per esigenze elettorali.

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