La memoria degli indifferenti

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Antonio Gramsci sul numero unico di La Città futura, pubblicato dalla Federazione Giovanile Socialista piemontese l’11 febbraio 1917, scriveva il famoso testo “Odio gli indifferenti” che iniziava così:

”Odio gli indifferenti: credo come Federico Habbel* che vivere vuol dire essere partigiani. Non possono esistere i solamente uomini, gli estranei alla città.” Poco oltre: “L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente ma opera.”.**

Mi capita spesso di collegare, nella memoria, questo testo gramsciano a una poesia del pastore luterano tedesco Martin Niemöller (1892-1984) che dopo un sermone antinazista fu arrestato e rinchiuso nel campo di concentramento di Dachau. Anche Brecht si ispirò a questa poesia ma preferisco riportare il testo originale di Niemöller:

Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento, perché rubacchiavano.

Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto, perché mi stavano antipatici.

Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.

Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente, perché non ero comunista.

Un giorno vennero a prendere me, e non c’era rimasto nessuno a protestare

I due scritti, pur nelle loro differenze, si completano e fotografano, a distanza di un secolo, la società italiana ed europea di oggi.

Ci sono segnali di guerra alle porte dell’Europa; ci sono muri che servono a respingere qualche migliaia di profughi che costano 100 volte di più di quello che si spenderebbe dando loro un asilo dignitoso; si finanziano lager in Libia e si lasciano torturare, derubare, naufragare uomini, donne e bambini che potrebbero essere una risorsa se ben accolti e accompagnati.

L’articolo 11 della Costituzione Italiana recita: ”L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.”

Eppure sono stati comprati aerei F-35, che sono da attacco, non da difesa, il cui costo per un’ora di volo è di 40mila euro e che, come scritto nella Nota Aggiuntiva al Bilancio della Difesa a partire dall’anno 2003 fino al 2012  gli oneri totali sostenuti dall’Italia, per acquistarli, sono stati pari a 1946,7 milioni di euro.

Poche voci si sono udite contro tutto questo, ma tante voci si sono, giustamente, sentite nella  sacrosanta ed importante Giornata della Memoria.

Però mi domando a che serve ricordare se il ricordo non guida il presente? Se l’olocausto di centinaia di migliaia di ebrei, zingari, disabili che altro non sono che uomini, donne , bambini, omosessuali non ci insegna a non farlo più, è solo un rimedio per coscienze sporche.

Mi domando: come fa un popolo che è stato quasi sterminato nei campi di concentramento nazifascisti a sterminare a sua volta un altro popolo, i palestinesi? Come fa una nazione che è uscita dal fascismo con la lotta partigiana, a finanziare il governo libico e a far morire in mare migliaia di persone? Come è possibile che rappresentanti delle Istituzioni nazionali ed europee celebrino con enfasi e indignazione il ricordo di Auschwitz ma seguitano ad aderire ad una alleanza atlantica (NATO) che ha destabilizzato il mondo con guerre, finanziando golpe, armando oppressori?

La memoria, usata in questo modo è solo un ‘pannuccello’ caldo per le coscienze degli indifferenti.

* Federico Habbel (Wesselburen, 1813 – Vienna 1863) è stato uno dei grandi  poeti della storia letteraria tedesca in ambito teatrale, nei suoi scritti c’è una costante visione tragica del mondo e della storia.

** E’ possibile leggere l’intero articolo in vari libri, io l’ho ripreso da Gramsci Scritti Politici, Editori Riuniti, 1973

Marco Veronesi

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