Le scene del massacro di Bucha sono devastanti. Sono crimini di guerra? Sì, ma non solo.
Il fatto è che la guerra, la guerra stessa è il crimine. E non c’è purtroppo niente di nuovo o di diverso dal solito nelle immagini dei civli straziati. La faccia della guerra è questa cosa qui, non altro. Non si muore nel proprio letto circondati dall’amore dei figli. Si crepa a faccia in giù in mezzo alla polvere. Si scavalcano i cadaveri. Le madri seppelliscono i figli, in mezzo alla puzza di bruciato, di sangue e di tutto il resto; ammesso che sia rimasto qualcosa da seppellire. Ammesso che qualcuno non abbia nascosto una mina sotto a un corpo. Eccetera, eccetera, eccetera.
La guerra è questa cosa qua. Purtroppo, non c’è niente di nuovo.
La cosa nuova, oggi e per fortuna, sono gli occhi con cui guardiamo, le orecchie con cui stiamo ascoltando lo strazio della popolazione ucraina. Bisogna arrivare al cessate il fuoco, bisogna aiutare in ogni modo (per quanto mi riguarda, con gli strumenti della diplomazia, della nonviolenza e dell’assistenza umanitaria) le donne, gli uomini e i bambini in Ucraina.
E però poi dobbiamo ricordarci che la guerra, tutte le guerre, ha sempre questa faccia qui. E che è il sistema della guerra che va smantellato, perché non ci siano più Bucha per nessuno. Non dobbiamo dimenticarlo più, e dobbiamo cambiare il sistema.
Se non lo facciamo, se ricominciamo come se niente fosse mai successo…mi viene solo da dire “che i nostri nati torcano il viso da noi”: perché vuol dire che stiamo consegnando ai nostri nati un mondo fatto di Bucha.
di Cecilia Strada
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Cecilia Strada: «Putin è un criminale ma l’alternativa alle armi all’Ucraina c’è: i caschi blu dell’Onu»
«Perché l’Europa non si è battuta per comporre truppe di interposizione?»
Cecilia Strada, saggista ed ex presidente di Emergency oltre che figlia di Gino, in un’intervista rilasciata oggi a il Fatto Quotidiano parla della guerra in Ucraina e dell’invio di armi da parte dell’Italia, suggerendo una strada alternativa per la pace. «Si parte da un dato alterato e bugiardo: la Russia di Putin ha invaso e dunque a noi non resta che sostenere l’Ucraina nella resistenza armata all’invasore. Chi non arma è disertore», esordisce nel colloquio con Antonello Caporale. «Mi faccia dire prima che per aiutare chi giustamente si difende io devo valutare se ho un’altra opzione oltre all’invio delle armi. E se ce l’ho e mi sembra più produttiva, devo farla mia con convinzione. Cosa fa l’Onu? Cosa sono i caschi blu? L’Onu è un’organizzazione politicamente evanescente? E perché allora non decidere che invece era questo il momento di rivitalizzarla? Perché l’Europa non si è battuta per comporre truppe di interposizione?». Secondo Strada quando si arma una nazione lo si fa nella convinzione che questa possa vincere contro un aggressore. «In questo conflitto l’eventualità è esclusa. E allora perché la sia arma», dice. Infine: «Sono pacifista e disarmista. Ricordo che le armi accumulate da Gheddafi le abbiamo ritrovate in ogni angolo dell’Africa. Mandare armi senza possibilità di governarne il traffico allarga oltre ogni dimensione territoriale la capacità di fuoco». E su Putin: «È chiaro che vorremmo vederlo davanti al tribunale dell’Aia. Ma intanto che ci va cosa facciamo? Entriamo in guerra? Risolviamo con la più terribile delle evidenze la nostra incapacità».
Cecilia Strada, pubblicato su https://www.open.online/2022/04/13/guerra-ucraina-cecilia-strada-onu-caschi-blu/