L’EUROPA PER LA PACE
L’Europa nasce come progetto di pace e a questa ricerca dovrebbe, sempre e incondizionatamente, essere orientata la proiezione internazionale dell’Unione.
La guerra, a dire il vero mai scomparsa, è tornata ad essere una protagonista prepotente, come dimostrano la criminale invasione dell’Ucraina da parte della Russia di Putin e il genocidio del popolo palestinese in corso sulla Striscia di Gaza a seguito dell’attacco terrostico di Hamas. La pace dovrebbe sempre essere messa al primo posto. Dovrebbe esserlo in Ucraina dove manca ancora oggi qualsiasi via d’uscita, e dovrebbe esserlo a Gaza dove siamo fermi di fronte allo sterminio del popolo Palestinese senza riuscire ad imporre un cessate il fuoco. Evitare la guerra, rimuoverla dalla storia, dovrebbe essere il primo pensiero della politica. Invece abbiamo assistito alla rimozione della parola “pace”, alla rinuncia a qualsiasi ruolo di diplomazia, ad un accodarsi alle sirene e alla logica della guerra. Da diversi anni assistiamo al progressivo indebolimento delle organizzazioni internazionali multilaterali e allo stesso tempo ad una folle corsa al riarmo che vede adesso un’ulteriore e pericolosissima accelerazione. Un mondo sempre più armato è un mondo sempre più pericoloso ed è fondamentale che l’Europa costruisca soluzioni di pace anziché indossare l’elmetto.
La stanno chiamando “difesa europea”, ma di fatto si vuole mettere in campo un enorme finanziamento delle industrie belliche nazionali. La costruzione di una difesa europea dovrebbe invece corrispondere a una razionalizzazione e quindi una diminuzione della spesa militare, a meno spazio agli eserciti nazionali, ad una vera autonomia strategica che porti alla ridefinizione delle alleanze internazionali e ad un controllo democratico effettivo da parte del Parlamento europeo. L’esatto opposto di quello che sta proponendo la Commissione europea.
L’Europa può e deve svolgere un ruolo positivo nel mondo, anche impostando le sue politiche di cooperazione e sviluppo su partenariati paritari che, abbandonando ogni approccio di derivazione post-coloniale, indirizzino un cammino condiviso verso gli obiettivi di sviluppo sostenibile. Allo stesso modo occorre rivedere e riorientare gli accordi commerciali dell’Unione in senso più equo, ambientalmente e socialmente sostenibile e a tutela delle popolazioni coinvolte invece che dei grossi interessi delle imprese.
Abbiamo innanzitutto bisogno di:
- inserire il “ripudio della guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali” nel Trattato sull’Unione europea.
- Rafforzare il ruolo dell’Unione per la prevenzione di tutti i conflitti, la mediazione e la riconciliazione nonché la gestione delle crisi attraverso il costante mantenimento ed attuazione della pace. Fare dell’Unione Europea un mediatore al servizio della pace e del diritto internazionale attraverso un’azione diplomatica autonoma e indipendente.
- Considerare che una politica estera e di difesa comune europea non corrisponde ad un aumento della spesa militare, bensì alla sua razionalizzazione e diminuzione della spesa militare, e che questa dovrebbe essere accompagnata da un minore spazio degli eserciti nazionali e da un effettivo controllo democratico da parte del Parlamento
- Assumere l’onere di una grande iniziativa diplomatica convocando una conferenza multilaterale per la pace e la
- Interrompere le forniture militari e creare un quadro che consenta un cessate il fuoco nel conflitto russo-ucraino, il ritiro delle truppe di occupazione russa e l’avvio di negoziati per una pace duratura.
- Lavorare utilizzando tutte le leve diplomatiche ed economiche per arrivare con urgenza ad un cessate il fuoco immediato ed incondizionato a Gaza, per mettere fine alla catastrofe umanitaria in corso e per la costruzione delle condizioni per avviare un processo per una pace
- Riconoscere lo Stato di Palestina sulla base dei confini del 1967 e garantire la coesistenza nella libertà, nella pace e nella democrazia dei due popoli nelle rispettive integrità territoriali.
- Esigere il pieno rispetto del diritto internazionale, supportare le richieste del Sud Africa alla Corte Internazionale di Giustizia e lo svolgimento di indagini sulle violazioni, sui crimini di guerra e sul genocidio. Definire sanzioni commisurate a tali violazioni, interrompere qualsiasi fornitura di armamenti e tecnologia utilizzabile a fini bellici e chiedere la sospensione dell’accordo di associazione tra l’Unione Europea e lo Stato di Israele nel rispetto del suo articolo 2.
- Fermare i piani di riarmo in corso e rilanciare le iniziative internazionali per il disarmo multilaterale e coordinato. Vietare i sistemi autonomi di armi letali. Implementare pienamente il Trattato di Non Proliferazione Nucleare (TNP) e firmare e ratificare il Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari (TPNW).
- Valorizzare ed ampliare i Corpi Europei di Solidarietà. Promuovere i Servizi Civili Nazionali in tutti i paesi dell’Unione, nello spirito del Servizio Civile Universale e nella prospettiva di un unico Servizio Civile
- Aumentare i finanziamenti alla cooperazione allo sviluppo al fine di raggiungere almeno lo 0,7% del
- Garantire che l’azione dell’Unione a livello globale e le sue politiche di commercio internazionale siano coerenti con il modello sociale europeo e con gli obiettivi globali per il clima, e che siano orientate a promuovere la pace, la democrazia, i diritti umani, lo stato di diritto e la giustizia economica globale
- Difendere a livello europeo la ristrutturazione e la cancellazione dei debiti che stanno strangolando finanziariamente i Paesi del Sud globale.
- Sostenere le strategie finalizzate ad accrescere la partecipazione delle donne nella mediazione e risoluzione dei conflitti e nel mantenimento di una pace durevole.