L’EUROPA SOCIALE
L’Europa è la più grande area economica del mondo, nonché lo spazio in cui nel ‘900 le lotte del movimento operaio hanno portato le maggiori conquiste in termini di welfare e promozione dei diritti sociali.
Eppure 30 anni di egemonia neoliberista e di politiche conseguenti hanno lasciato il segno, consegnandoci un panorama di disuguaglianze fortissime e sempre crescenti, di povertà diffusa a livelli insostenibili, di diritti fondamentali negati e di incapacità del mercato di garantire a tutte e tutti una vita degna. La stessa Unione Europea ha incorporato nelle sue stesse regole e prassi di comportamento questi elementi regressivi, finendo per diventare una promotrice attiva dell’allargamento della forbice sociale.
Noi crediamo tuttavia che il ciclo delle crisi indotte dal capitalismo abbia reso ormai evidente il fallimento strutturale del liberismo e che sia maturo il tempo per un cambio di paradigma.
Per questo proponiamo di:
- Mettere le politiche sociali al cuore dell’azione europea per sradicare la povertà e combattere l’esclusione sociale, anche restituendo maggiore priorità agli investimenti sociali nel prossimo Quadro finanziario
- Approvare una direttiva quadro per un reddito minimo europeo, parametrato per garantire in ogni paese membro il livello minimo di sussistenza socio-culturale e una protezione sicura contro la povertà in ogni
- Rafforzare la dotazione del Fondo sociale europeo e renderlo a tutti gli effetti uno strumento per combattere le disuguaglianze economiche e
- Mettere in campo una strategia sociale europea che preveda anche una garanzia per l’accesso alla casa, al cibo, all’acqua e all’energia per i membri più vulnerabili della società.
- Definire un piano complessivo di contrasto alla povertà che preveda sia un reddito di autonomia, sia la strutturazione di servizi pubblici efficienti e
- Ribadire che la casa è un diritto sociale fondamentale: contrastare la crescita spropositata degli affitti e dei prezzi dell’energia con politiche efficaci che combattano la finanziarizzazione del settore Anche se l’Unione non ha una diretta competenza in questo settore molto può e deve essere fatto utilizzando la leva della regolamentazione sugli aiuti di stato, della politica fiscale e la concorrenza, per esempio regolamentando l’accesso di investitori privati e finanziari e scoraggiando la speculazione o facilitando la disponibilità di abitazioni sociali come misure efficienti di sviluppo urbano sostenibile.
- Adottare un quadro normativo europeo che consenta alle autorità locali di limitare realmente le attività di piattaforme come Airbnb, al fine di alleggerire il mercato degli affitti ed evitare l’esplosione dei prezzi.
- Garantire che nessuna persona o famiglia in situazione di vulnerabilità possa essere sfrattata o allontanata senza che l’amministrazione competente garantisca una nuova sistemazione in condizioni dignitose, sia in caso di mancato pagamento degli affitti che di occupazione precaria dovuta alla mancanza di alloggi a prezzi
- Aumentare i fondi per gli aiuti alimentari ai più
- Sostanziare la definizione di beni comuni e strutturarne la difesa e la piena accessibilità al di fuori delle dinamiche di
- Aggiungere al concetto di libertà di circolazione delle persone prevista dal Mercato unico anche il “diritto di restare”, la possibilità cioè di contenere le forti ondate di migrazione interna che stanno spopolando molti territori periferici, garantendo anche lì servizi efficienti, prospettive di sviluppo e diritto ad una vita dignitosa.
- Promuovere la misurazione del benessere equo e sostenibile (BES) al fine di cogliere lo stato del progresso in Europa non soltanto dal punto di vista economico, come avviene nel caso del PIL, ma anche da quello sociale e ambientale.
L’EUROPA DELLA DEMOCRAZIA E DELLO STATO DI DIRITTO
L’Europa non è un grande mercato, ma deve essere innanzitutto uno spazio di democrazia, dove alla cittadinanza possano effettivamente corrispondere diritti e libertà non derogabili.
Abbiamo bisogno di approfondire il processo di integrazione europea, anche attraverso una riforma dei Trattati che porti alla creazione di uno spazio pubblico europeo animato dai principi della democrazia parlamentare e partecipativa.
Serve costruire un’Unione Europea più coesa e solidale, capace di implementare in pieno i valori già tracciati nell’art. 2 del Trattato sull’Unione europea: il rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell’uguaglianza, dello Stato di diritto e dei diritti umani, compresi i diritti delle persone appartenenti a minoranze, in una società caratterizzata dal pluralismo, dalla non discriminazione, dalla tolleranza, dalla giustizia, dalla solidarietà e dalla parità tra donne e uomini.
Eppure in questi anni abbiamo assistito, in diversi Stati dell’Unione, alla evidente violazione di libertà fondamentali, principi democratici e diritti delle minoranze. Tutto ciò non può accadere in Europa, dove ogni avvitamento autoritario deve essere fermato.
Per questo chiediamo di:
- avviare un processo costituente per un’Europa unita, solidale e democratica attraverso la convocazione una Convenzione per una riforma dei Trattati che preveda, tra le altre cose, il diritto di iniziativa legislativa per il Parlamento ed il superamento del voto all’unanimità in Consiglio nelle materie in cui ancora vige.
- Creare una vera cittadinanza federale europea, dotata di un autonomo nucleo di diritti individuali e collettivi, civili, politici, economici e
- Garantire il rispetto, la piena applicazione e il rafforzamento del regolamento di condizionalità dei fondi UE al rispetto dello stato di
- Rendere prioritario il monitoraggio della Commissione europea sul rispetto dei diritti, delle libertà e della democrazia e istituire un osservatorio della democrazia con il compito di monitorare regolarmente la situazione dello stato di diritto in tutti gli Stati membri dell’UE.
- Rafforzare i poteri dell’Agenzia Europea per i Diritti Fondamentali in modo che possa indagare sulle violazioni dei diritti fondamentali all’interno dell’Unione europea.
- Garantire l’accesso ad una giustizia equa ed indipendente in Europa: promuovere una direttiva quadro sui diritti processuali e penali per sintetizzare e organizzare la legislazione esistente e stabilire il libero accesso alla giustizia, nonché una base comune di diritti in questo settore per tutti gli Stati membri.
- Definire un quadro comune sulle condizioni di detenzione volto a garantire il rispetto e la tutela della dignità umana come elemento determinante per l’applicazione del principio del reciproco riconoscimento delle sentenze nello spazio di libertà, sicurezza e giustizia dell’Unione
- Creare un programma europeo per il distacco di magistrati presso i tribunali di altri Stati membri, al fine di promuovere la conoscenza, la cultura e il lavoro comune tra i sistemi giudiziari
- Proteggere lo spazio democratico dell’informazione dai regimi autoritari, dalla concentrazione proprietaria e dai conflitti di interesse e garantire l’onestà, l’indipendenza e il pluralismo dell’informazione per tutti i media che trasmettono su canali audiovisivi all’interno dell’Unione europea.
- Rafforzare la protezione della riservatezza delle fonti dei giornalisti, anche vietando l’uso di software spia contro la stampa, sia da parte degli Stati che delle aziende.
- Creare un osservatorio europeo sulla libertà d’informazione nell’Unione europea con un meccanismo di allerta per monitorare gli ostacoli al lavoro dei giornalisti.
- Costruire un approccio strutturato e armonizzato di dialogo civico per il coinvolgimento regolare e significativo delle organizzazioni della società civile nel processo decisionale dell’Unione e definire una strategia per promuovere un ambiente aperto, sicuro e accessibile per la società civile, proteggere meglio gli attivisti e aumentare i finanziamenti per le organizzazioni attive.
- Rafforzare i diritti di cittadinanza europea, anche estendendo il diritto di voto per le elezioni regionali e nazionali a chi risiede e lavora stabilmente in un paese europeo e incentivando gli accordi bilaterali per consentire, laddove questa non è oggi prevista, la doppia cittadinanza tra paesi
- Introdurre una legislazione esaustiva sulle attività di lobbying a livello
L’EUROPA CONTRO L’AUSTERITY
Nella fase di pandemia l’Unione Europea ha sperimentato la possibilità di essere uno spazio politico solidale, con tutte le proprie istituzioni coinvolte nell’evitare che gli egoismi nazionali potessero deflagrare e metterne a rischio la stessa tenuta.
La BCE ha finalmente agito da Banca Centrale, contribuendo alla tenuta finanziaria del sistema.
Il piano Next Generation EU è stato di fatto finanziato dal debito comune.
È stato sospeso il Patto di Stabilità, consentendo agli Stati nazionali di mettere in campo tutte le misure necessarie ad evitare il collasso economico e sociale. Non era andata così nella crisi del debito sovrano, quando la Grecia e gli altri paesi mediterranei erano stati vincolati a piani di austerità insostenibili, di cui portiamo ancora le cicatrici collettive.
Oggi siamo a un bivio, in cui si deve stabilire se percorrere con ancora più forza la strada della solidarietà o tornare al totem dei vincoli di bilancio e dei piani di compressione della spesa pubblica e del welfare.
La recente riforma della governance economica spinge nella seconda direzione, ma i giochi devono essere riaperti.
Per questo proponiamo di:
- Garantire una revisione delle regole di governance economica che cancelli una volta per tutte la stagione dell’austerità e superi la recente riforma per allinearla invece al raggiungimento dei diritti contenuti nel Pilastro Europeo dei Diritti Sociali.
- Fornire agli Stati membri il margine di manovra necessario per finanziare gli investimenti per una transizione equa, che si accompagni ad un fondo europeo di transizione per lo sviluppo socioeconomico e per i beni comuni, da finanziarsi attraverso l’emissione di Eurobond.
- Trasformare la BCE in prestatore di ultima istanza, cosicché possa agire come finanziatore diretto delle tesorerie nazionali e non solo interporsi attraverso le banche, con grande vantaggio delle stesse e a discapito della sostenibilità del debito pubblico.
- Aggiungere condizioni ecologiche e sociali a tutti i programmi monetari della BCE e inserire la piena occupazione fra i suoi obiettivi statutari, così da garantire il finanziamento dell’economia reale anziché la spinta alla
- Convocare una conferenza europea sul debito, con lo scopo di raggiungere un accordo per la ristrutturazione e la mutualizzazione da parte della BCE di quella parte del debito pubblico di tutte le economie dell’area dell’euro che superi il 60% del PIL dei singoli Ciò potrebbe avvenire attraverso uno scambio di obbligazioni esistenti con nuove obbligazioni, acquistate dalla BCE al valore nominale con un tasso di interesse dello 0 % e con l’obiettivo di mantenerle in perpetuo nel proprio bilancio.
- Trasformare la Banca europea per gli investimenti (BEI) in una vera e propria “banca del clima”, accelerando la decarbonizzazione delle sue attività di prestito e subordinando l’ammissibilità delle imprese ai programmi cofinanziati dalla BEI a criteri ecologici e sociali.
L’EUROPA DELLA FISCALITA’ GIUSTA
In tutti questi anni l’Unione europea si è caratterizzata come uno spazio dominato dal dumping fiscale, dall’esistenza di paradisi fiscali interni, dalla tolleranza verso pratiche di elusione ed ottimizzazione fiscale opache da parte delle grandi multinazionali, dall’ostilità verso tentativi di far pagare il dovuto alla speculazione e alle rendite economiche e finanziarie.
È ora di ribaltare completamente questo stato di cose, nel segno della giustizia sociale, della tutela del lavoro e delle fragilità.
Per questo proponiamo di:
- Introdurre una tassa sulle transazioni finanziarie, che copra azioni, obbligazioni e derivati, con un’aliquota sufficientemente alta da scoraggiare la speculazione.
- Adottare un’imposta europea sui grandi patrimoni, sul modello di quanto proposto nell’Iniziativa dei Cittadini Europei “La grande ricchezza”.
- Approvare un’imposta sulle pratiche degli ultra-ricchi che favoriscono il cambiamento climatico e sui beni di lusso, compresi yacht e jet
- Redigere una lista nera di tutti i paradisi fiscali, basata su criteri di equità fiscale (aliquota minima effettiva e criteri di attività economica reale) e che includa anche i paradisi fiscali Affidare la stesura di questa lista ad un organo democratico e trasparente.
- Combattere la concorrenza fiscale aggressiva all’interno dell’Unione Europea, anche attraverso l’armonizzazione della tassazione sulle rendite finanziarie e i redditi da A questo proposito abolire l’unanimità in Consiglio sulla politica fiscale, così da impedire il veto dei paradisi fiscali interni.
- Garantire la trasparenza fiscale delle multinazionali, obbligandole a dichiarare pubblicamente il loro fatturato e le tasse che pagano in ogni Paese in cui operano.
- Creare un registro europeo globale dei beni per combattere più efficacemente l’evasione fiscale, spingendo al contempo per la sua estensione a livello globale, così da impedire agli investitori transfrontalieri di eludere le tasse con schemi come quelli rivelati dai file CumEx.