Fattori e Girardi: termovalorizzatore, una scelta dannosa imposta alla città

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Il Sindaco Gualtieri ha espresso a tutto tondo una originale idea dell’economia circolare: il problema dei rifiuti a Roma si affronta trasformandoli in energia.

E vuole concretizzarla violando il piano regionale dei rifiuti sfruttando i poteri commissariali oggi conferitigli dal governo.

Già ai primi di Febbraio ha approvato  i progetti per la realizzazione di due impianti di digestione anaerobica della frazione organica dei rifiuti urbani: uno a Casal Selce – attiguo a Valle Galeria, l’altro a Cesano nell’area  del XV Municipio, ciascuno da 100.000 tonnellate annue, sufficienti per le attuali esigenze. Inoltre conta su terzo a Fiumicino, ed un altro ancora a Civitavecchia, per altre 200.000 tonnellate.

Per chiudere il cerchio, qualche giorno fa ha dichiarato la decisione di realizzare un nuovo inceneritore di rifiuti da 600.000 tonnellate/anno che, insieme a quello di S. Vittore ulteriormente ampliato consentirebbe di bruciare tutto l’indifferenziato (circa 1 milione di tonnellate/anno)

La raccolta differenziata, nel piano di Gualtieri, rimane “formalmente” in campo, ma secondo una logica che ribalta completamente quella europea e la scala delle priorità prevista dalla strategia dell’economia circolare: innanzitutto prevenzione, cioè limitazione dei rifiuti a monte, e recupero e riciclo di quelli prodotti; solo dopo aver massimizzato i risultati di questi passaggi si può ricorrere agli inceneritori per produrre energia ma solo se ciò avviene con efficienze elevate secondo criteri stabiliti per legge (recupero): altrimenti l’operazione viene classificata come smaltimento, che può avvenire sia incenerendo (con produzione di energia, ma in quantità basse) sia conferendo in discarica rifiuti opportunamente trattati.

Questa idea di Gualtieri riassume una serie di contraddizioni ed errori concettuali di fondo.

La prima e più evidente è la violazione dei principi di economia circolare, che vengono ribaltati partendo dalla coda, cioè dall’ultimo stadio di tutto il percorso; inoltre l’inceneritore è il più potente disincentivo alla raccolta differenziata e al recupero/riciclo, e ipoteca i decenni successivi

La seconda è che l’inceneritore eliminerebbe anche la necessità di impianti di trattamento dell’indifferenziato (i noti TMB, che producono materiale da bruciare e residui finali).
Se così si facesse, l’incenerimento sarebbe non recupero ma smaltimento, e non si può spacciare per recupero – invocando le regole europee – ciò che è smaltimento.

La terza contraddizione è quando si sostiene che con l’incenerimento si limita drasticamente il ricorso alla discarica.
Ma gli inceneritori producono ceneri e materiali incombusti che vanno conferiti in discarica: più aumenta la quantità di rifiuti bruciati più aumentano i flussi in discarica; la situazione diventa drammatica con l’incenerimento di rifiuti non trattati, cioè con scadenti caratteristiche (potere calorifico) che produrrebbe ancora maggiori quantità di materiale da inviare in discarica. Un disastro.

La quarta è che in questo  modo diminuirebbero i costi a carico dei cittadini.
E’ esattamente il contrario: perché la produzione di biometano viene fortemente supportata da incentivi pubblici, e in questo modo pagheremmo 2 volte il gas consumato; e perché, facendo un bilancio economico complessivo, l’incenerimento comporta una perdita netta di valore, un costo invece che un recupero.

La quinta è che in questo  modo si contribuirebbe alla soluzione del problema energetico: affermazione smentita guardando i numeri, cioè l’energia prodotta a fronte della domanda.

Infine, l’ultima trovata è il commissariamento con il conferimento di pieni poteri al Sindaco Gualtieri approvato oggi dal governo: ciò potrebbe consentire di azzerare il piano recentemente approvato nel Lazio – che non prevede nuovi inceneritori – violando anche l’autonomia regionale.

Noi siamo fermamente contrari a tutto ciò, sia nel merito che nel metodo.

A Roma occorre portare la raccolta differenziata a livelli adeguati; trattare gli indifferenziati residui per massimizzare il recupero di materia, e sostituire i TMB con impianti progettati a questo scopo; raccogliere in maniera differenziata il 100% dei rifiuti umidi, e trattarli per produrre compost invece che biogas; operare una grande riforma di AMA nel senso della decentralizzazione.

Per questo occorre una grande iniziativa di confronto con le forze politiche, e di ascolto di comitati, associazioni e cittadini: perché senza una sostanziale condivisione, impianti e infrastrutture indispensabili per chiudere il ciclo difficilmente si potranno realizzare, tanto meno nei in tempi necessariamente brevi.

Elena Fattori, Senatrice Sinistra Italiana
Giuseppe Girardi, responsabile Transizione ecologica Sinistra Italiana – Roma metropolitana

Pubblicato su Il Manifesto
https://ilmanifesto.it/termovalorizzatore-una-scelta-dannosa-imposta-alla-citta

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