Un documento dalle assemblee promosse dalla Casa Internazionale delle Donne di Roma e dalla Casa Delle Donne di Milano
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La discussione sullโelezione del Presidente della Repubblica riguarda la natura e le forme della democrazia e il significato della Costituzione. ร la Costituzione che stabilisce il ruolo del Presidente quale coordinatore dellโequilibrio dei poteri: legislativo, esecutivo e giudiziario e deve rappresentare e garantire lโunitร nazionale.
Servirebbe un dibattito alto, rigoroso, un ancoraggio solido alla cultura costituzionale, ai suoi principi e ai suoi valori, al nesso inscindibile traย promozione della democrazia (che non รจ malata di conflitto ma di rappresentanza), promozione dellโuguaglianza dei diritti (nel riconoscimento delle differenze) e difesa della laicitร (che non รจ relativismo etico ma un pensiero forte che riconosce che principi ordinatori delle leggi non debbono seguire i valori etico confessionali).
Servirebbe una discussione che non rimovesse le fatiche, le sofferenze, le disperazioni, le solitudini che la follia e lโingiustizia di questo sistema economico continuamente produce.
Servirebbe una discussione che promuovesse fiducia, speranza, soprattutto oggi, in piena nuova ondata Covid, in questo tempo di incertezza e disorientamento in cui la โcuraโ, che dovrebbe essere base di ogni scelta politica, รจ diventata una โcosa da donneโ o da โanime pieโ.
Lโelezione del Presidente riguarda certamente il voto dei โgrandi elettoriโ, ma la figura del Presidente deve essere riconosciuta dalla societร , rappresentante simbolico dei bisogni delle vite di tutte e di tutti, dal nord al sud, in tutto il territorio nazionale.
La miseria del dibattito politico rischia di aumentare lo scarto, lo scollamento tra cittadine, cittadini e politica, partiti, istituzioni, spingendo ancora di piรน verso un populismo che sceglie soluzioni autoritarie, come il presidenzialismo. Il presidenzialismo รจ infatti il convitato di pietra: non aumenterร la sovranitร popolare, ma cancellerร la democrazia parlamentare rappresentativa, sovvertendo il dettato costituzionale.
La percezione di un pericolo per la democrazia รจ suffragata dalla candidatura di Berlusconi che รจ inaccettabile, irricevibile, indecente, ma senza sufficiente scandalo istituzionale.
Berlusconi รจ quello del conflitto di interessi, dei rapporti con la mafia e la P2; dei reati contro lo Stato passati in giudicato, dei 36 processi, della condanna per frode fiscale, delle leggi ad personam. Eโ colui che ha sdoganato i fascisti, che ha sovvertito il dettato costituzionale con le scelte eversive sulla sanitร , con lโubriacatura individualistica dellโuomo solo al comando, della supremazia
dellโimpresa rispetto ai diritti costituzionalmente esigibili. Eโ il simbolo del piรน becero maschilismo, del sistema di scambio tra sesso, denaro e potere. Questa candidatura รจ una vergogna per chi la propone ma denuncia lโintero sistema politico italiano (quando accetta e non espelle corruzione, legami criminali, opportunismi), la cultura politica (quando รจ contigua al neoliberismo, alimenta il
revisionismo culturale e storico), il sessismo (che pervade politiche, linguaggi, comportamenti).
Berlusconi รจ stato e continua ad essere il primo cavaliere del presidenzialismo.
Lโaltro candidato in campo รจ Draghi, lโuomo dei poteri forti, delle banche, delle elites, che sta governando come il salvatore del paese, quale garante in Italia ed in Europa delle risorse del PNRRR. Ma รจ soprattutto il garante degli obblighi europei in materia di riforme da attuare, come quella sulla concorrenza, che stravolge la
titolaritร pubblica dei servizi affidandoli al mercato. Draghi attenta al sistema universalistico dei diritti previsto dalla Costituzione, con il provvedimento sullโautonomia differenziata. Sebbene mai votato, gode di immunitร mediatica e la sua candidatura รจ unโanomalia che azzera il ruolo della politica e dei partiti, rendendo di fatto operativa la Repubblica presidenziale.
โ๐๐ง๐ ๐๐จ๐ง๐ง๐ ๐๐ฅ ๐๐ฎ๐ข๐ซ๐ข๐ง๐๐ฅ๐?โ
Molte e molti si chiedono se sia il momento di proporre una donna al Quirinale.
Lโesclusione delle donne dalle istituzioni รจ un problema grave della nostra democrazia, che le battaglie per la paritร , le azioni positive e le norme antidiscriminatorie non hanno certo colmato. E siamo consapevoli che la riduzione del numero dei parlamentari, oltre a rimuovere il ruolo delle opposizioni, delle minoranze e del conflitto, peggiorerร la presenza delle donne nel Parlamento, perchรฉ decideranno le segreterie dei partiti. Saranno premiati i fedeli e le ancillae domini. Vinceranno le caste, le lobbies -in primis quella degli uomini contro le donne- in un paese profondamente maschilista.
Senza affrontare queste criticitร , appare strumentale e anche ipocrita il dibattito su โuna donna al Quirinaleโ. E poi, perchรฉ โunaโ donna? Senza un nome e un cognome? Quasi che la donna giusta sia quella senza un volto? Quale donna? Una donna qualunque? Anche una donna di destra? Anche una donna pur autorevole ma non laica? Non possiamo annacquare la singolaritร delle storie e delle personalitร politiche femminili nellโindistinto della categoria di genere. Non puรฒ essere che una donna valga lโaltra. Cโรจ indubbiamente una questione di rappresentazione della realtร della vita, fatta da donne e uomini e sarebbe simbolicamente significativo che anche nelle istituzioni venga rappresentato un
paese reale, fatto di donne e uomini. Ma cโรจ anche la questione della rappresentanza politica di genere, che certo non puรฒ identificarsi con il protagonismo delle donne di destra, che rivendicano il ruolo patriarcale della donna allโinterno della famiglia e della societร , sposano lโemancipazione individualistica, accettando persino di piegare la biologia agli interessi dellโimpresa, in nome di una conciliazione tra carriera e maternitร .
Per la carica di Presidente della Repubblica proponiamo oggi un preciso profilo, di donna autorevole, di robusta formazione costituzionale, antifascista e garantista, di esperienza istituzionale, profondamente democratica e laica.
Soprattutto che sia capace di porre la propria individualitร con la consapevolezza di ciรฒ che ha significato e continua a significare appartenere a un genere.
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