Il finanziamento delle grandi imprese alla politica è un problema.
Lo dico da tanti anni e lo ripeto anche oggi, a prescindere dalla notizia dell’inchiesta su Beppe Grillo e i bonifici che avrebbe ricevuto dalla Moby di Vincenzo Onorato.
Questa non è questione che possa essere confinata alle aule di tribunale.
Per noi di Sinistra Italiana si tratta di rendersi conto che è un problema che riguarda la democrazia.
Quando si ricevono sistematicamente soldi da un imprenditore è molto più difficile che un partito o un politico conservino la giusta e sacrosanta libertà di fare la cosa politicamente più giusta.
La libertà degli eletti e dei partiti in democrazia è un principio fondamentale, necessario alla tutela del bene comune.
Senza l’indipendenza e la libertà, la politica finisce per essere un comitato che tutela gli interessi dei pochi. I soliti pochi.
Per questo abbiamo sempre posto il problema a coloro che ricevono finanziamenti da imprese, soprattutto nel caso in cui queste imprese abbiamo interessi diretti o indiretti con la pubblica amministrazione.
Va detto, infatti, che al di là dei 200 mila euro a Grillo e dei quasi 2 milioni a Casaleggio, da quello che si legge, la Moby avrebbe donato 200 mila euro alla Fondazione Open di Renzi, 100 mila al Comitato Change, vicino al presidente della Liguria Giovanni Toti, 10 mila euro a Fratelli d’Italia, e altri ancora.
E va detto che prima del caso Moby, c’è stato quello di Parnasi e delle sue “gentili” donazioni e molti altri casi ancora, fra cui i recenti fatti riguardanti le relazioni tra un fondo dell’Arabia Saudita e un senatore di Firenze.
È un caso che Sinistra Italiana non figuri mai in questi elenchi? Non credo.
Per questo, anche oggi, torno a ripetere che è necessario approvare una riforma che vieti il finanziamento privato della politica (dei partiti, delle fondazioni politiche e di qualsiasi altro soggetto giuridico connesso) a quei soggetti giuridici, imprese o singoli, che hanno interessi nella pubblica amministrazione.
Contemporaneamente va reintrodotto un finanziamento pubblico, misurato, attentamente controllato, che garantisca l’eguaglianza di tutti i cittadini e le cittadine di fronte alle sfide elettorali.
La proposta di legge è depositata a mia firma in Parlamento, da molti molti anni.
Basterebbe approvarla, anche se fino ad oggi non ho trovato alleati.
Liberiamo la politica dagli interessi privati.
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